IL GENIO DEL MAGO DONALD E L’EUROPA APPLAUDE, MENTRE LUI PRESENTA IL CONTO

Mentre a Bruxelles, tra un vertice e un comunicato stampa sulla curvatura delle banane, si continua a recitare la commedia della “sovranità strategica” e della “pace giusta”, dal Tycoon, più fenomeno da baraccone di sempre, arriva il colpo di scena che tutti i nostri prodi leader aspettavano.

E loro, i Macron, gli Scholz, le Von der Leyen, abboccano come tonni, insieme ai soliti noti che ci hanno raccontato di pale, muli, microchip e altre sciocchezze, la cui credibilità è pari a quella di Arsenio Lupin.

La notizia è di quelle che fanno tremare i palazzi: Donald Trump, il barbaro che voleva smantellare la NATO e far la pace con Putin in 24 ore, ha cambiato idea.

Di nuovo, verrebbe da dire. Perciò, anche a volergli credere, c’è da aspettare qualche giorno prima della sistematica smentita.

Infatti, con la coerenza di un “mentitore seriale”, il presidente degli USA ha dichiarato che “l’Ucraina sarà in grado di riprendersi il suo Paese nella sua forma originale e, chissà, forse anche di più”.

E giù applausi, sospiri di sollievo, giubilo totale nei corridoi del potere europeo.

Neanche Crozza sarebbe riuscito a inventare una panzana migliore. Solo che il suo pubblico avrebbe riso a crepapelle, perché più sveglio dei nostri leader.

Per loro, finalmente il “Padrone d’oltreoceano” si è allineato. Finalmente parla la nostra lingua. Poveri illusi. E poveri noi.

Non capiscono, o fingono di non capire, – ma opto per la prima – che questo è solo l’ultimo atto di un wrestling politico dove la “caciara trumpiana” serve a un unico scopo: gli affari. Trump è un cinico imprenditore a cui interessano solo contratti e soldi. Nient’altro.

E per afferrare il senso dello spettacolo, bisogna tenere a mente alcune verità scomode che la nostra stampa di regime si guarda bene dal raccontare, tra una panzana sulle pale e un’altra sui muli, o su fantomatici attacchi di droni o all’aereo di von der Leyen.

Ricordate il tappeto rosso al presidente russo in Alaska, il 15 agosto. Beh, non è cambiato niente e non cambierà nulla.

Russia e USA sono due potenze globali e nucleari che si rispettano, che discutono costantemente dei massimi sistemi all’interno del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, e che non permetteranno mai una guerra diretta fra loro, perché si annienterebbe il mondo e quindi loro stessi.

Lo show che vedete ha diverse spiegazioni.

Primo aspetto, sulla figura di Trump: ha un carattere instabile, è abituato alla caciara da stadio, ma è soprattutto un cinico commerciante. La sua nuova posa da falco serve a portare avanti gli interessi economici americani, legati all’industria delle armi.

Secondo aspetto, sulle lobby guerrafondaie: il “deep state” americano lavora per allineare chiunque arrivi al potere, in modo che porti avanti la loro linea affarista che guadagna dal disordine globale e dalla vendita di armi.

Terzo aspetto, sulla comunicazione in malafede: tentano di far credere che la Russia sia isolata, quando invece è l’Occidente a essere sempre più piccolo, soprattutto nel microcosmo insignificante dell’Unione Europea.

E quanto abbiamo visto con India e Cina dimostra quanto l’isolamento della Russia sia una barzelletta ancora più ridicola dell’Ucraina che si riprende i territori conquistati da Mosca.

Ma avete capito il gioco? Vediamo di essere più chiari.

Trump non ha fatto una giravolta, ma ha semplicemente presentato il conto.

Leggete bene il suo post: l’Ucraina, dice il commerciante alla guida degli USA, può riconquistare tutto “con il sostegno dell’Unione Europea”.

Avete letto bene? Lo avete riletto?

“Con il sostegno dell’Unione Europea”.

È la quintessenza del suo pensiero: “Fattacci vostri”.

Tradotto dal trumpese: “Volete la guerra totale? Volete la vittoria di Kiev? Benissimo. Pagatevela. Comprate le nostre armi, svenate le vostre economie, rischiate il vostro deretano. Noi vi diamo la benedizione e vi vendiamo la merce a caro prezzo finché pagate”.

Distingue persino tra USA e NATO, scaricando sulla seconda – cioè su di noi – l’onere militare.

E i nostri geni a Bruxelles esultano come adolescenti alle prime armi.

Zelensky, dopo l’incontro, gongola: “Trump ha capito tutto!”.

Certo che ha capito. Mica è come i nostri, che non ne azzeccano mezza dal 2022!

Ha capito che c’è un intero continente di utili idioti pronto a immolarsi per gli interessi americani, finanziando una guerra per procura fino all’ultimo euro e all’ultimo ucraino, ingrassando le aziende americane produttrici di armi.

Mentre l’Europa si prepara a pagare il biglietto per la propria rovina, convinta di aver incassato una vittoria diplomatica, la realtà è che è appena stata umiliata. Ancora una volta.

I nostri leader escono con le ossa rotte, ma con il sorrido sulle labbra di quelli che nelle commedie sono gli idioti.

Vista l’incompetenza assoluta dei nostri leader e la voglia di soldi di Trump, dobbiamo solo augurare lunga vita a Vladimir Putin, perché è in gran parte grazie ai suoi nervi saldi che l’Europa si regge ancora in piedi, non avendo ancora ceduto a nessuna delle provocazioni, dal missile polacco del 2022 al Nord Stream attribuiti alla Russia; dal drone sulla casa polacca all’attacco all’aereo di von der Leyen.

Tutte fake spacciate dalla propaganda per giustificare il riarmo e la guerra, ma che avrebbero potuto spingere Mosca a inviare qualcuno dei suoi imprendibili missili ipersonici su Parigi, Roma, Londra e Berlino se solo ci fosse stato un impulsivo senza logica come Trump al posto di Putin.

Il resto è solo propaganda per allocchi della stessa sostanza dei muli, delle pale, dei droni e dei microchip.

Tutto va come avevamo previsto qualche giorno fa nell’articolo “La Guerra In Ucraina. Il più grande business per Europa e America”.

E a giudicare dalle reazioni, in Europa, soprattutto in Italia, di allocchi ce ne sono in abbondanza.

Pubblicato da Dott. Pasquale Di Matteo, Analista di Geopolitica | Critico d'arte internazionale | Vicedirettore di Tamago-Zine

Professionista multidisciplinare con background in critica d’arte, e comunicazione interculturale, geopolitica e relazioni internazionali, organizzazione e gestione di team multiculturali. Giornalista freelance, scrittore, esperto di Politiche Internazionali ed Economia, Comunicazione e Critica d’arte. Laureato in Scienze della Comunicazione, con un Master in Politiche internazionali ed Economia, rappresenta in Italia la società culturale giapponese Reijinsha.Co.

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