di Redazione TZ.
VILLA D’ADDA (BG) – Ci sono luoghi che sembrano attendere l’arte per rivelare la loro vera essenza, e Villa Teodolinda è indubbiamente uno di questi.
In un pomeriggio di dicembre, sospeso tra l’emozione della competizione e la cultura offerta dai diversi linguaggi stilistici in esposizione, si è svolta la premiazione del concorso artistico organizzato dall’Associazione PHAOS in stretta sinergia con l’artista e curatrice Muriel Villa.
SINERGIE E TERRITORIO: UNA SCOMMESSA VINTA
L’atmosfera nella sala era elettrica, carica di quella tensione positiva che precede i grandi eventi. Soprattutto quando si attende un verdetto.
A fare gli onori di casa è stato Danilo Merelli, presidente dell’Associazione PHAOS, che ha voluto sottolineare l’importanza della collaborazione tra enti privati e istituzioni pubbliche.
Un ringraziamento sentito è andato alla proprietà della villa per l’ospitalità e, in particolare, al Comune di Villa D’Adda, rappresentato dall’assessore Edoardo Siniscalchi.
Siniscalchi, figura chiave non solo come rappresentante istituzionale, ma anche come membro della giuria tecnica in virtù del suo dottorato in conservazione dei beni culturali, ha incarnato in maniera perfetta il legame tra amministrazione e valorizzazione estetica.
L’evento, reso possibile anche grazie al supporto di partner locali come Mia Lab, Paolo Rossi, Stefano Ferrari, Fabio Durani di Stil Posa e Forniture Edili di Villa D’Adda, ha dimostrato come la provincia possa trasformarsi in un palcoscenico d’eccellenza.






LA LEZIONE DI PASQUALE DI MATTEO: L’ARTE OLTRE L’INVIDIA
Il momento più intenso, quello della premiazione, è stato preceduto dalle parole del critico d’arte Pasquale Di Matteo.
Il suo intervento non si è limitato ai convenevoli di rito, ma è stato un vero e proprio manifesto filosofico, un pugno nello stomaco al conformismo e una carezza all’orgoglio degli artisti presenti, spronati a essere Artisti con la A maiuscola, cioè capaci di sviscerare il presente.
Di Matteo ha tracciato un parallelo potente e doloroso tra l’Italia e il Giappone, Paese con cui collabora da anni. Se nel Sol Levante l’artista è venerato come una figura quasi sacra, custode di un sapere superiore indipendentemente dal successo commerciale, in Italia si combatte ancora contro lo svilimento del mestiere creativo.
«L’artista ci mette l’ingegno, le ore di studio, le notti insonni», ha ricordato il critico, ammonendo contro la domanda più volgare che si possa porre a un pittore: quanto tempo ci hai messo?»
Il discorso ha toccato vette di profonda introspezione quando il critico ha affrontato il tema della «bestia dell’invidia», vero cancro del sistema artistico nostrano.
L’invito rivolto alla platea è stato chiaro, quasi rivoluzionario nella sua semplicità: essere funzionali alla società, cercare l’armonia (“Wa” nella cultura giapponese) e smettere di guardare il collega come un nemico da abbattere per sopraffarlo.
Citando geni incompresi come Van Gogh, Di Matteo ha esortato i creativi a cercare di essere “importanti” per la storia e per il messaggio che portano, piuttosto che ossessionati dall’essere ricchi o famosi.
Un monito a lasciare un segno, un’eredità visiva che vada oltre la propria vita.
I VINCITORI E LE MENZIONI: IL PODIO DEL TALENTO
La giuria, composta tra gli altri anche da Marco Locatelli (Presidente dell’Associazione Ponte San Pietro – Fiume d’Arte) e dalla stessa Muriel Villa, l’anima propulsiva dell’evento per la sua instancabile dedizione, ha avuto l’arduo compito di selezionare i vincitori tra opere di stili e linguaggi eterogenei.
Il momento della premiazione è stato un susseguirsi di applausi scroscianti e qualche momento di genuina confusione gioiosa per le foto di rito, che ha reso tutto estremamente umano e vero.
Ecco la classifica finale che ha decretato i vincitori di questa prima edizione del concorso:
PIER GIORGIO NORIS – Primo Classificato.
ADRIANO CANTON – Secondo Classificato.
ADELIO BONACINA – Terzo Classificato.
FRANCESCO AVVISATI – Quarto Classificato.
DAVIDE FERRARI – Quinto Classificato.
Non sono mancate le menzioni d’onore, assegnate ad artisti che si sono distinti per la qualità della loro ricerca: Luca Bonadeo, Elio Roberti e Katia Villa.









Un riconoscimento speciale, la Menzione Comune di Villa D’Adda “Premio Teodolinda” per l’Art Contest 2025, è stato conferito a Danielle Dorrington, a suggellare un legame ancora più stretto con il territorio ospitante.
UN BRINDISI AL FUTURO
Tra scatti fotografici rubati, strette di mano vigorose e sorrisi che tradivano la tensione sciolta, la serata si è conclusa con un aperitivo conviviale e lo scambio degli auguri natalizi.
Quello che resta, a luci spente, non è solo la lista dei vincitori, ma la sensazione che a Villa Teodolinda sia stato piantato un seme importante.
Muriel Villa e l’associazione PHAOS non hanno solo organizzato un concorso, ma sono riusciti a dare vita a una comunità. E, come ha ricordato Di Matteo nel suo intervento, l’essere artista è proprio questo: avere la forza di dire cose importanti attraverso un’opera, creando connessioni che l’invidia non potrà mai spezzare.
L’appuntamento è già fissato, idealmente, al prossimo anno. Perché l’arte, quella vera, non si ferma mai.
Redazione TZ





