SE CRITICHI IL POTERE, TI CHIUDONO I CONTI

C’è un uomo, a Bruxelles, che cammina con un vangelo nel taschino. Non è un testo sacro, ma un libro che scotta.

Si intitola “Ursula Gates: La von der Leyen e il potere delle lobby a Bruxelles” e racconta cosa accade quando il potere smette di vergognarsi.

Frédéric Baldan non è un ribelle di professione, ma un ex lobbista, un uomo che le istituzioni le conosce dall’interno.

Le sue credenziali parlano il linguaggio dei corridoi del potere europeo. Poi, ha deciso di parlare un altro linguaggio. Quello della denuncia. E il sistema ha premuto un interruttore.

Oggi, Frédéric Baldan è un uomo trasparente per il sistema finanziario. Non esiste più. I suoi conti personali sono evaporati. I conti aziendali chiusi.

Persino il conto intestato a suo figlio di cinque anni, cancellato.

Nagelmackers e ING, le banche belghe, non hanno fornito spiegazioni né hanno contestato illeciti. Hanno solo agito. Con una sincronia che definire sospetta è un eufemismo.

Ebbene, ciò che il caso Baldan rappresenta è la tomba finanziaria per i dissidenti scomodi.

È la prova vivente che chiunque osi sfidare il potere costituito può essere ridotto, in ventiquattr’ore, a una non-persona finanziaria. Senza contanti, non solo non potresti pagare un avvocato per difenderti, ma non potresti comprare neppure una bottiglietta d’acqua.

LA PROFEZIA DEL RICATTO DIGITALE

Per anni, siamo stati trattati come profeti di sventura che mettevano in guardia contro l’abolizione del contante. Ci tacciavano di complottismo, di arretratezza. Il futuro, ci dicevano, è digitale, è comodo, è tracciabile.

E non volevano sentire che fosse anche l’arma più potente per ricattare persone scomode.

Il denaro fisico è l’ultimo, umilissimo presidio di libertà individuale. È anonimo. È decentralizzato. È resistente. Non può essere spento con un clic.

Il denaro digitale, al contrario, è un’arma di controllo potenzialmente assoluta. È la leva perfetta per il silenziamento.

Baldan lo ha scoperto sulla propria pelle e, al pari di quanto accaduto a Francesca Albanese, Alto Commissario ONU, dimostra che avevamo ragione. Senza contante, il potere può ricattare chiunque dissenta.

Dopo aver denunciato la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, per abuso d’ufficio, distruzione di documenti pubblici e corruzione, la vita di Baldan è diventata difficile.

L’isolamento professionale, la revoca dell’accredito. E infine, il de-banking.

La sua unica colpa è aver osato chiedere conto degli SMS spariti, delle trattative opache con l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, durante la pandemia.

La Corte di Giustizia dell’UE gli ha dato ragione, stabilendo l’illegittimità del silenzio della Commissione. Ma quella vittoria legale si è trasformata in una condanna esistenziale, poiché, a quanto pare, von der Leyen sembra agire indisturbata, come se non dovesse rispettare niente, non le leggi, non le norme, e nemmeno il diritto.

IL MECCANISMO PERFETTO. IL SILENZIO AMMINISTRATIVO

Non servono più i manganelli, come si faceva un tempo. Basta una comunicazione bancaria standard. Un “la ringraziamo per averci scelto” che significa “la sua esistenza finanziaria è terminata”.

È una violenza pulita, asettica, inappellabile.

È il potere di escludere senza doversi sporcare le mani.

Baldan conosceva i meccanismi. Ora ne è vittima. E la sua storia non è un caso isolato, ma un protocollo. È il manuale d’istruzioni per neutralizzare chiunque rappresenti una minaccia narrativa al potere costituito.

Ti privano della piattaforma finanziaria, e quindi della capacità di agire nel mondo.

Sei libero di parlare, dicono, ma non di pagare un affitto, le bollette, un biglietto del treno, se ti permetti di criticare e dissentire in maniera pericolosa per il potere.

È una gabbia dorata e invisibile che chiamiamo democrazia.

Ciò che è capitato a Baldan potrebbe accadere a me, a te, a chiunque altro. Basta una denuncia, un articolo, una posizione scomoda.

Basta diventare un nome sulla lista di chi dissente.

Senza il contante come rete di salvataggio, come ultimo, disperato strumento di autonomia, il ricatto diventa totale. E, dalla sera alla mattina, anche un miliardario può diventare nullatenente.

Il potere dispotico non ha più bisogno di farti a pezzi, perché gli basta renderti invisibile al sistema dei pagamenti. È una morte civile iper-tecnologica.

La storia di Frédéric Baldan non è un campanello d’allarme, ma un’intera orchestra di fiati che suona a volume elevato. È la prova che i nostri timori non erano paranoici e che, ancora una volta, quanto previsto da Tamago si sta verificando.

L’abolizione del contante non è una questione di modernità, ma di libertà. È il diritto a esistere, finanziariamente, anche quando il potere decide che la tua voce è un disturbo da eliminare perché pretendi giustizia, buonsenso e verità.

Oggi tocca a un ex lobbista di Bruxelles. Ieri è toccato persino a Alto funzionario dell’ONU.

Domani potrebbe toccare a un giornalista, a un attivista, a un imprenditore, a un politico che ha osato sfidare lo status quo.

Perché, parliamoci chiaro: quando non resterà che il digitale, chi sarà abbastanza coraggioso da denunciare chi può premere un interruttore per cancellare la sua possibilità di vivere?

Dott. Pasquale Di Matteo

Giornalista freelance, esperto di Politiche Internazionali ed Economia, Comunicazione e Critica d’arte. Laureato in Scienze della Comunicazione, con un Master in Politiche internazionali ed Economia, rappresenta in Italia la società culturale giapponese Reijinsha.Co.

Pubblicato da Dott. Pasquale Di Matteo, Analista di Geopolitica | Critico d'arte internazionale | Vicedirettore di Tamago-Zine

Professionista multidisciplinare con background in critica d’arte, e comunicazione interculturale, geopolitica e relazioni internazionali, organizzazione e gestione di team multiculturali. Giornalista freelance, scrittore, esperto di Politiche Internazionali ed Economia, Comunicazione e Critica d’arte. Laureato in Scienze della Comunicazione, con un Master in Politiche internazionali ed Economia, rappresenta in Italia la società culturale giapponese Reijinsha.Co.

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