della Redazione.
C’è un’Italia che pulsa lontano dai riflettori delle metropoli, dal caos urbano della Capitale e dallo stress di Milano, un’Italia che trasforma una ex chiesa sconsacrata in un tempio culturale dedicato alla creatività.
A Calusco d’Adda, piccolo comune nella provincia di Bergamo e al confine con le province di Lecco e Milano, è andato in scena qualcosa di più di un semplice evento culturale.
La mostra concorso intitolata ad “Alfio Paris”, organizzata con passione dall’artista Murial Villa e dall’Associazione Phaos, è un atto coraggioso che potremmo definire persino di resistenza, contro le mode superficiali del nostro tempo, una dichiarazione d’amore per l’arte che pensa, che interroga, che vive, che accende lo spirito critico.
Un manifesto umano contro l’apatia del consumo visivo mordi e fuggi.
UN FARO NELLA PROVINCIA: LA MISSIONE DI DARE VOCE AL TALENTO
Non è scontato.
In un panorama culturale dominato spesso da circuiti chiusi e nomi altisonanti, l’iniziativa di Muriel Villa e Phaos sceglie la via più difficile e nobile, quella di dare spazio agli artisti. Spazio vero.
L’evento, giunto ormai a una solida maturità, si fonda su una filosofia chiara e coraggiosa: nessun tema imposto, nessuna gabbia stilistica, nessuna imposizione.



L’obiettivo è liberare l’espressione, permettendo ad artisti emergenti e talenti ancora sconosciuti di emergere e confrontarsi, tutti insieme, giovani e navigati, inesperti e professori d’arte.
Muriel Villa, anima instancabile di questo progetto, non organizza una semplice collettiva che si ripete ogni anno, ma costruisce una piattaforma, un’opportunità concreta per chi, nel mondo dell’arte contemporanea, lotta per trovare una voce.
L’antica chiesa di San Fedele, in cui si rifugiò San Michele, secondo la storia locale, diventa così un crocevia di sguardi, tecniche e anime, un luogo dove l’iperrealismo di Katia Villa dialoga con il caos costruttivo di Giovanni Valdelli, dove il futurismo cupo di Ezio Arosio si confronta con l’esplosione materica di Eikasia, una dimensione in cui gli avviluppamenti cromatici di Anna Maria Castello incontrano la raffinatissima grammatica del colore di Eugenio Giaccone e la potenza concettuale di Francesco Invernici.
L’ARTE CHE FA CAPIRE, NON SOLO VEDERE: UNA LEZIONE CONTRO LA SUPERFICIALITÀ
«L’immagine mostra. L’arte, invece, fa capire».
Questa distinzione, evocata con passione, durante la cerimonia di premiazione, dal Dott. Pasquale di Matteo, analista geopolitico e critico d’arte internazionale, rappresentante per l’Italia della società culturale giapponese Reijinsha.co, è la chiave di volta per comprendere la portata di questa iniziativa.
Di Matteo ha spiegato che viviamo nell’era della bulimia visiva, un flusso ininterrotto di immagini su schermi che bruciano e si estinguono nell’arco di pochi secondi, senza lasciare traccia nell’anima.
La mostra di Calusco si pone come un antidoto a questa deriva culturale.

Qui, ogni opera chiede tempo, invita a fermarsi, a riflettere. «L’artista» ha sottolineato il critico, citando la potenza di Guernica, «non si limita a documentare la realtà come farebbe un fotoreporter, ma la scava, la interpreta, la restituisce carica di significato, costringendoci a pensare per cogliere l’essenza delle cose. Per cogliere la verità, squarciando il velo delle propagande.»
Gli artisti sono «persone di Serie A» proprio per questa loro capacità di accendere il pensiero critico, di nutrire lo spirito e di combattere quella pericolosa deriva che porta a una società che ascolta senza interrogare e senza interrogarsi.
Perché le società che non interrogano e non si interrogano sono le migliori possibili per qualsiasi dispotismo.
UN VIAGGIO TRA LE EMOZIONI: GLI ARTISTI E LE OPERE
Attraversare le navate della ex chiesa significava intraprendere un viaggio denso e variegato. Dalla delicatezza poetica di Roberta Zanchi alla potenza quasi tribale di Franco Tagliati, ogni angolo racconta una storia.
Spicca la tecnica impeccabile di Davide Ferrari, capace di infondere vita nelle mani dei suoi soggetti, così come la ricerca di minuziosità di Giovanna Pagani, che negli occhi dei suoi ritratti sembra catturare interi universi.
La fotografia di Barbara Bertoncelli congela il movimento in un istante eterno, mentre le opere di Beatrice Rota, “forti, molto forti”, impongono un silenzio quasi reverenziale, lasciando lo spettatore a meditare su abissi interiori.
Il talento premiato ha confermato questa ricchezza.
La classicità reinventata di Alessia Martoccia (seconda classificata) ha affascinato per la sua abilità nel disegno, mentre la tecnica iperrealista di Katia Villa (prima classificata) ha dimostrato come la perfezione possa essere anche un veicolo per un’emozione profonda, che “parla” direttamente a chi osserva.
Un plauso speciale va a Eikasia, vincitore del “Premio Alfio Paris”, che con le sue opere materiche, di fili colorati che costruiscono figure, ha rotto gli schemi tradizionali della pittura, presentando una strada diversa per comunicare.

Segnalati dal critico Pasquale Di Matteo, Eugenio Giaccone per l’eccellenza stilistica, Davide Ferrari per la tecnica sopraffina, Beatrice Rota per la potenza espressiva che sradica dal divano e che la porterà lontano, e Danielle Donington, per la prepotenza poetica capace di accendere lo spirito critico, Francesco Invernici per sviscerare il presente con coraggio e filosofia.


L’ESSENZA NELLA LA MEMORIA DI ALFIO PARIS E IL CALORE DELLE ISTITUZIONI
Ma la vera essenza della rassegna sta nella sua umanità. La mostra è dedicata ad Alfio Paris, un artista eclettico del luogo, venuto a mancare poco tempo fa.
Non si tratta di una semplice intitolazione, ma un atto di memoria viva di chi lo ha conosciuto e amato, un modo per dire che l’arte e chi la crea non muoiono mai veramente. È un gesto che trasforma una competizione in un omaggio, una celebrazione della continuità.
Altro elemento di eccezionale umanità è stata la sentita partecipazione delle istituzioni.
La presenza del Dott. Michele Pellegrini, Sindaco di Calusco d’Adda, e dell’Assessore alla Cultura, la Dott.ssa Silvia Di Fonzo, non è stata una formalità, ma un segno potentissimo e per nulla scontato, quello di una politica che sceglie di esserci, che riconosce il valore dell’arte come collante per la comunità. Quella al fianco dei cittadini e della cultura e non trincerata nelle stanze dei palazzi.
«Un gesto non comune e prezioso», come ha rimarcato il anche Pasquale Di Matteo, che testimonia come a Calusco d’Adda la cultura non sia un accessorio, ma un pilastro fondamentale su cui costruire l’identità di un territorio.
I VINCITORI: UN FUTURO SCRITTO NEL TALENTO
La giuria, composta da docenti d’arte, critici, artisti e rappresentanti istituzionali, ha avuto un compito arduo per giungere a un verdetto.
Menzioni della Giuria Critica a Cinzia Bresciani ed Enrica Eugenia Pirisi.
Menzione del Comune di Calusco d’Adda a Sabrina Ceruti.
Menzione Critica del Dott. Pasquale di Matteo a Danielle Donington.
5° Classificato: Davide Ferrari.
4° Classificato: Ezio Arosio.
3° Classificato: Marco Locatelli.
2° Classificato: Alessia Martoccia.
1° Classificato: Katia Villa.
Vincitore del “Premio Alfio Paris”: Eikasia.
In un mondo che corre veloce, Calusco d’Adda, Muriel Villa, Phaos e tutti gli artisti che partecipano a questa rassegna, attraverso l’arte, ci ricordano l’importanza di fermarsi. Di guardare. E, soprattutto, di capire.
La mostra resterà aperta al pubblico fino a domenica 19 ottobre nei giorni e negli orari indicati in locandina.




