UNA VOLTA C’ERANO LE SFILATE 

Chi se ne ricorda, ormai, è “fuori moda” e tradisce la sua età anagrafica.

Sì, perché, oggi, si presenta, celebra tutto in un altro modo. Il mondo cambia, è vero, ma un po’ di sguardo retrò non guasterebbe. 

SI PUÒ DIRE? IL POVERO GIORGINO…

Da quando Giorgio Armani ci ha lasciato con i suoi ricordi, con i suoi testamenti, con le sue affascinanti realtà stilistiche, con la sua voglia di dettare anche il futuro della Maison, ci siamo sentiti un po’ soli.

Quello che ci ricordiamo di lui ora è esposto in una mostra antologica a Brera, sul mezzo secolo di creazioni indossate dalle sue mannequin – ops! Ci sono ricascato – con le sue attenzioni maniacali durante le sfilate. Pardon, ho usato un’altra parola démodé.

FASHION SHOW 

Eccola la nuova definizione delle sfilate! Traduzione di show? Spettacolo.

Gli abiti – se si chiamano ancora così – passano in second’ordine. O almeno così sembra. 

Più importanti la location, il gioco, le esibizioni e, almeno questo è rimasto, le partecipazioni delle star. 

Una volta erano quelle del cinema. Ora rapper, influencer e in generale chi fa notizie nel momento dedicato alla presentazione delle collezioni. Fino al prossimo giro. Poi si vedrà. 

Ma in questo settembre 2025 ci saranno molti brand nuovi, molte figure di design/manager con un occhio molto attento alla credibilità commerciale delle proprie idee. E anche nuovi manager. Il che non guasta.

Speriamo.

Perché se quest’industria funziona, dovrebbe funzionare anche l’indotto. E il lavoro continuerebbe ad esistere.

LA CACCIA AL TESORO

Si, ci sarà anche quella a Milano nella imminente fashion week. Perché non è più necessario, utile solo ammirare i capi ma bisogna andarseli a cercare in giro per la città. Ovvio, con un premio.

Un’idea contro tendenza. Mi ricorda un po’ la sagra paesana in età giovanile organizzata dal parroco. Ora manca solo il palo della cuccagna. Chi arriva in cima si becca l’abito firmato. Ma ci divertivamo come matti.

Matti? O è l’idea giusta per ripensare alla moda in maniera diversa e più vicina allo stile di vita dei giovani d’oggi.

IL BUSINESS È ANCORA DI MODA? 

I fatturati nell’alta moda non sono proprio rose e viole. Sono poco odorosi e sfidano con difficoltà le realtà geopolitiche, i nuovi ambiti economici, le turbolenze sociali in atto. 

Uno dei nuovi attori è De Meo l’ex pupillo di Marchionne, cooptato in Kering e strappato a Renault Italia dove ricopriva il ruolo di ceo. Percepirà solo 20 milioni di euro. 

Però mi sembra che abbia le idee chiare. Rigore e disciplina, 65 ore di lavoro alla settimana, riunioni lampo, niente mail, solo WhatsApp.

Queste le dichiarazioni. Forse è quello che finalmente ci vorrebbe in un mondo così effimero che ci ha costumato a dollari e stravaganze estetiche. Ma tutto fa (o faceva moda).

Quindi buon(a) fashion show a tutti!

Rispondi