LA BUFALA GPS E L’ARTE DI CREARE SOLDI E GUERRE
Si chiama sociodramma.
È la rappresentazione pubblica di una crisi più mediatica che reale, orchestrata per consolidare un potere, demonizzare un avversario, giustificare spese folli o, semplicemente, per apparire sui giornali.
L’ultimo, patetico, sociodramma in ordine di tempo ha per protagonista una Presidente della Commissione Europea, un aereo e un presunto “attentato” degno di una sceneggiatura napoletana.
La trama racconta di una Russia che avrebbe manomesso il GPS del velivolo di Ursula von der Leyen in Bulgaria, costringendo l’eroico pilota a un atterraggio manuale con le mappe cartacee.
Roba da film demenziale in stile “Scuola di Polizia” degli anni Ottanta. La ricordate?
LA SMENTITA AGLI ATTI: FLIGHTRADAR24 CONTRO LA BUFALA DI VON DER LEYEN
Mentre i titoli dei giornali urlavano all’attacco russo, un’entità ben più affidabile di qualsiasi portavoce comunitario ha alzato il sopracciglio e ha pubblicato i fatti.
Flightradar24, il servizio che monitora il traffico aereo in tempo reale, ha fatto quello che ogni buon giornalista dovrebbe fare: ha controllato i dati. E su X ha demolito, con la pacatezza degli esperti, l’intera montatura.
Cosa dicono i dati dell’ADS-B, il transponder che raccoglie informazioni direttamente dall’aereo?
Il volo è durato 1 ora e 57 minuti, contro le 1 ora e 48 previste. Nove minuti di ritardo. Vi è mai capitato di atterrare a Fiumicino? Qui si parlava di “circuito di attesa di un’ora”.
Falso. La notizia che è stata data è falsa.
Il segnale GPS dell’aereo, misurato dal parametro NIC, è rimasto eccellente dal decollo all’atterraggio. “Buona qualità del segnale”, dicono loro.
Io direi “perfetto, inoppugnabile, imbarazzante per chi ha diffuso la fake news”.
Dunque, ricapitoliamo: la Commissione Europea e un giornale blasonato come il Financial Times costruiscono una narrazione da guerra fredda.
Poi arriva un sito internet con le palle – scusate il termine tecnico – e, numeri e fatti alla mano, dimostra che è tutto una grande BUFALA.
La domanda è perché i media hanno costruito quest’ennesima fake news, dopo le pale, i muli, le dita usate come baionette e altre sciocchezze in numero tale da scriverci un’enciclopedia?
A chi giova questo piccolo teatrino?

L’ANALISI TECNICA: PERCHÉ L’ATTACCO AL GPS È UNA STORIA PER CREDULONI
Un aereo di linea non è il drone di un per chi ha questo hobby.
Vola sotto “controllo positivo” del traffico aereo. I controllori lo guidano con una pletora di sistemi: radiofari VOR, segnali di avvicinamento, radar primari e secondari.
Il GPS è uno strumento, non lo strumento. È come dire che qualcuno ha manomesso l’orologio da polso del capitano di una portaerei e quindi la nave non ha potuto attraccare.
È una ridicolaggine.
I moderni sistemi di navigazione inerziale (INS) sono autonomi.
I transponder trasmettono la posizione indipendentemente dal GPS. Persino il tuo smartphone, in questo momento, può agganciare tre costellazioni satellitari diverse: l’americana GPS, la russa GLONASS e la cinese BeiDou.
Potremmo disturbare tutto? Impossibile.
E anche se fosse, ci sono i backup dei backup. L’atterraggio manuale con le mappe, inoltre, è una pratica standard, non un’eroica impresa da Walaker Texas Ranger.
IL TIMING SOSPETTO E L’IPOTESI ALTERNATIVA (E MOLTO PIÙ LOGICA)
Il sociodramma è scattato mentre a Tianjin, in Cina, si teneva il vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai.
C’erano Xi, Putin, Modi. C’era mezzo mondo con Putin, mentre la NATO – guarda caso – sembrava vittima di un cyberattacco russo.
Che coincidenza straordinaria.
Ma è proprio la Russia l’unica sospettata?
La Bulgaria, dove è avvenuto il tutto, è un paese NATO.
Intorno a Plovdiv ci sono basi aeree militari bulgare (Graf Ignatievo, Krumovo) e il quartier generale della sessantottesima Brigata delle Forze Speciali.
È molto più plausibile che fossero in corso esercitazioni militari con disturbatori (jamming) per simulare scenari di guerra elettronica: un drone da disturbare, una prova tecnica da effettuare in uno scenario reale…
L’aereo di von der Leyen potrebbe essere stato semplicemente un effetto collaterale, un disturbo temporaneo e localizzato ingigantito per creare la narrazione della “minaccia russa”.
Anche perché, chiunque abbia almeno due neuroni funzionanti e abbia aperto almeno un libro di Storia alle scuole media sa bene che Mosca non avrebbe nulla da guadagnare da un gesto così plateale e idiota.
Kiev, invece, e i suoi alleati, guadagnano molto su questi punti: rilanciare la narrativa del pericolo imminente, giustificare invii di armi, tenere alta l’attenzione.
E… immaginate Kiev senza armi occidentali? Ecco, ogni immagine che vi viene in mente è una risposta alla domanda “a chi giova?”.
E dopo l’attentato ucraino al Nord Stream, nulla sorprende e nulla ci sorprenderebbe.

LA COMUNICAZIONE COME ARMA E LA NECESSITÀ DEL PENSIERO CRITICO
Questa ennesima sceneggiata è un caso studio di come la Comunicazione possa creare mostri, nemici, guerre e storie parallele alla realtà dei fatti.
Dimostra come un potere narrativo tenti di sovrascriverla la realtà.
Si crea un frame, una cornice di vittimizzazione e minaccia, e si spera che la gente ci caschi, senza verificare.
La verità è spesso noiosa, tecnica, piena di numeri. Il dramma è elettrizzante, emozionante, piena di cattivi e buoni.
Flightradar24 ha fatto il lavoro che il giornalismo mainstream ha dimenticato: ha preferito i dati ai titoli e alle sciocchezze sparate da qualche potente.
Noi cittadini, e soprattutto chi si occupa di informazione e comunicazione, abbiamo il dovere di essere anticorpi contro questo virus della disinformazione, che da oltre tre anni narra una storia parallela.
Perciò, no, quello a von der Leyen non è stato un attentato.
È stato, nella migliore delle ipotesi, un disguido tecnico dovuto a un’esercitazione.
Nella peggiore, una montatura calcolata per giustificare riarmi e una corsa scellerata verso la guerra contro la Russia per non dover fare le valigie, ammettendo di aver fallito ogni previsione in Ucraina.
In entrambi i casi, la risposta è una sola: studiare, verificare, diffidare.
E, soprattutto, ridere di chi ci crede.
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Una opinione su "MA QUALE ATTENTATO A VON DER LEYEN!"