di Pasquale Di Matteo
UNA SCENA VUOTA, UN PAESE SMINUITO
La finale di Wimbledon non è solo associata al mondo del Tennis, ma è il palcoscenico globale più esclusivo dello sport. L’erba di Wimbledon ha radici storiche profonde.
Jannik Sinner, numero 1 al mondo, primo italiano nella storia a contendersi il trofeo da favorito, senza offesa per Berrettini, senza speranze contro quel fenomeno di Djokovic.
Eppure, tra i reali britannici e spagnoli, c’erano le star di Hollywood, star internazionali e imprenditori noti, ma nessun volto istituzionale italiano. Nemmeno l’ultimo degli uscieri alla sede del CONI.
Un vuoto che non è solo una mancanza protocollare, ma un terremoto comunicativo che ha scosso le fondamenta del “Brand Italia”.

I DANNI IMMEDIATI: FERITE ALL’IMMAGINE NAZIONALE
- L’ITALIA CHE ABBANDONA I SUOI CAMPIONI
Il messaggio trasmesso al mondo?
“L’eccellenza non merita attenzione”.
Mentre la Spagna è al fianco della sua eccellenza in campo, e lo fa con la massima carica istituzionale, oltre al ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska – in rappresentanza del governo – e all’ambasciatore spagnolo a Londra, l’Italia è distante, disorganizzata, incapace di cogliere momenti storici. Probabilmente a domandarsi chi debba andare a Londra.
Alla fine, c’erano solo il console e l’ambasciatore italiani a Londra, presenti nel Royal Box, ma che certo non possono reggere il confronto con un uomo di Stato giunto direttamente da Roma.
E sì, c’erano anche Volandri e i massimi vertici del tennis italiano, ma loro non rappresentano né tutto lo sport italiano, tanto meno l’Italia.
Il paragone con la massima carica istituzionale spagnola e con un membro del suo governo è poi imbarazzante e dimostra il valore che le istituzioni danno a Sinner, – e all’opportunità che Sinner può aprire per le nostre imprese, – e quello che la Spagna dà ad Alcaraz.
Un colpo mortale alla credibilità istituzionale.
- LA FRATTURA NELL’IDENTITÀ NAZIONALE
Sinner, altoatesino, simbolo vivente di un’Italia unita oltre le divisioni era un’occasione d’oro per rinsaldare il patto tra cittadini e Stato. Svanita. Quell’assenza ha detto più di mille discorsi. - IL RITORNO DEGLI STEREOTIPI NEGATIVI
“Italiani brava gente, ma improvvisati e poco seri”. Il cliché che credevamo sepolto è riemerso in maniera prepotente grazie a un comportamento provinciale.
“Hai visto? Nessuna istituzione degna di nota era presente, per l’Italia. Confermano di non capire il valore delle occasioni”.
LE OPPORTUNITÀ PERDUTE DI VALORE
BRAND ITALIA SVENDUTO ALL’ASTA
- LA MODA SENZA PALCOSCENICO
Wimbledon è una passerella globale. Un ministro in un tailleur o in giacca griffata da una delle nostre eccellenze avrebbe fatto il giro del mondo. Invece, il silenzio. Milioni di euro di visibilità gratuita per il made in Italy evaporati. - CIBO, VINO, BELLEZZA: NESSUNA DEGUSTAZIONE
Un ricevimento all’ambasciata con Parmigiano, Brunello e olio toscano? Un meeting per la stampa internazionale con cioccolato Perugina? Opportunità zero. Il mondo ha bevuto champagne francese, – con una bottiglia stappata persino sugli spalti, durante la partita, che è un prepotente messaggio di MARKETING – mentre i nostri prodotti restavano in cantina. - IL TURISMO FERMO AL VIA
Sinner è l’ambasciatore perfetto dell’Alto Adige: natura, efficienza, bilinguismo. Un video istituzionale tra le sue montagne durante la finale, magari con il ministro del Turismo o con un suo delegato? Avrebbe generato prenotazioni. Invece, neppure un tweet.
JANNIK SINNER, ICONA SENZA PATRIA
Quel ragazzo sobrio, determinato, innovativo, educato, incarna l’Italia che vorremmo far vedere al mondo: giovane, competente, internazionale.
Le istituzioni potevano trasformarlo in un logo vivente del rilancio nazionale, MA Hanno preferito fare altro.
Sinner vince, anzi trionfa, ma il suo trionfo non ha bandiera ed è figlio dell’individualità, delle imprese familiari, delle aziende che diventano eccellenza grazie ai singoli, mentre le istituzioni sono assenti.
I DANNI COLLATERALI
- IL PARAGONE CHE UCCIDE
Mentre Re Felipe di Spagna abbracciava Alcaraz e i reali d’Inghilterra, l’Italia era assente e ha offerto al mondo poltrone vuote. Un danno comparativo che brucia più di una eventuale sconfitta di Sinner in tre set. - GIOVANI ITALIANI: IL MESSAGIO AVVELENATO
“Studiate, impegnatevi, diventate i migliori al mondo. Ma non contate sul vostro Paese”.
Ecco cosa abbiamo detto ai nostri talenti e ai nostri imprenditori.
- SOFT POWER AZZERATO
Wimbledon è diplomazia parallela. Un sorriso e una stretta di mano a Kate e a Felipe, o a un CEO, una foto con un influencer internazionale. Reti di contatti d’oro perse.
LA LEZIONE DI MARKETING: COSA DOVEVAMO FARE
STRATEGIA ZERO EURO, IMPATTO MILIARDARIO
- PRESENZA SIMBOLICA AD ALTO IMPATTO
Non serviva il Presidente. Bastava un sottosegretario giovane, dinamico, in perfetto stile “Sinner”. Con una cravatta verde (il colore di Wimbledon) e un badge tricolore. Meglio se con un bicchiere di vino italiano. E visto che altri hanno stappato Champagne… Ogni zoom della BBC lo avrebbe immortalato. - STORYTELLING MULTIPIATTAFORMA
Si poteva preparare la cosa coinvolgendo lo stesso Sinner, in video di 60 secondi, con Jannik che si allena sulle Dolomiti, artigiani che cuciono scarpe da tennis, nonni che brindano in Trentino. Oppure con un bambino che gioca a tennis e sogna di sfondare, se Sinner non avesse accettato. #ItaliaConSinner. Viralità garantita. - LAVORARE SULLA PERCEZIONE, NON SULLA POLITICA
Associazioni subliminali.- Sinner = Eccellenza tecnologica. “Il suo preparatore atletico usa strumenti e metodologie innovative”.
- Sinner = Stile italiano. “La sua eleganza in campo? È quella di un Armani, di un Trussardi…”
- Sinner = sinfonia perfetta. “La perfezione del gioco di Sinner è come quella dei liutai cremonesi, eccellenza nel mondo”.
E si potrebbe andare avanti quasi all’infinito.
WIMBLEDON 2025, L’AUTOGOL PERFETTO
Quel vuoto alla finale di Wimbledon non è stato un “impegno imprevisto”, ma è il sintomo di una malattia cronica dell’Italia: l’incapacità di leggere il valore della comunicazione simbolica.
Mentre Sinner sollevava il trofeo, l’Italia perdeva diverse cose fondamentali per la nostra immagine, le nostre imprese e per le nostre eccellenze.
- CREDIBILITÀ (siamo affidabili? Dall’assenza, non sembra.)
- BELLEZZA (sappiamo valorizzarla? Dall’assenza, no.)
- FUTURO (crediamo nei nostri giovani? Dall’assenza, no.)
Nell’era del mondo globalizzato e dei video virali, le assenze pesano più delle parole. E questo silenzio istituzionale risuonerà a lungo, per dire: “L’Italia c’è, ma non si vede”.
Agire o subire? La prossima volta, scegliamo di esserci.
Perché il branding non aspetta.
E il mondo del business non perdona.
Soprattutto gli incompetenti che non comprendono che, con i loro atteggiamenti, fanno male all’Italia.
ELENCO DETTAGLIATO DELLE CRITICITÀ EMERSE DALL’ASSENZA DELL’ITALIA AL FIANCO DI SINNER
1). Danni diretti all’immagine nazionale.
Percezione di disinteresse istituzionale.
Viene trasmessa l’immagine di uno Stato distante, poco orgoglioso dei propri campioni e incapace di riconoscere momenti storici. Il messaggio implicito è “L’eccellenza italiana non merita supporto ufficiale”.
2) Mancanza di coesione Nazionale. In un momento simbolo di unità (un altoatesino che rappresenta l’Italia sul tetto del mondo), l’assenza ha sminuito il valore unificante dello sport. Opportunità persa per rafforzare l’identità nazionale.
3) Amplificazione degli stereotipi negativi. Conferma, agli occhi internazionali, cliché sull’Italia come Paese disorganizzato, focalizzato sul breve termine, incapace di capitalizzare le opportunità positive.
4) Svalorizzazione del “Brand Italia”. Wimbledon è un palcoscenico globale d’élite. La presenza istituzionale avvalorava il “Brand Italia” associandolo a successo, eccellenza e prestigio. L’assenza lo ha indebolito.
5) Danno relazionale con il “Sistema Sportivo”. Segnale negativo al CONI, alla FIT e a tutti gli atleti, minando la fiducia nel supporto statale all’eccellenza sportiva.
6) Perdita di visibilità mediatica internazionale. Un leader istituzionale presente avrebbe garantito all’Italia secondi preziosi sui feed mondiali, interviste su reti come BBC, CNN, Sky Sports, con milioni di spettatori. E mi scusi se è poco.
7) Opportunità di Immagine e Comunicazione PERDUTE.
8) Nation Branding d’eccellenza e associazione con valori positivi: gioventù, determinazione, fair play, innovazione (nel tennis moderno), stile sobrio ed efficace di Sinner, con valori trasferibili al “Sistema Italia”.
9) Modernità e futuro: Sinner è l’antitesi degli stereotipi italiani datati. Rappresenta un’Italia dinamica, competente, internazionale e vincente.
Associarsi a lui avrebbe rinnovato la percezione del Paese, consolidando la reputazione di Paese che produce campioni assoluti non solo nel calcio, ma in discipline globali ed elitarie, anche grazie al supporto delle istituzioni. La loro assenza certifica il contrario.
10) Moda & Stile: Un rappresentante istituzionale (o una delegazione) avrebbe potuto indossare/elevare il meglio del Made in Italy (abbigliamento, accessori, design) su un palco internazionale. Immagine coordinata di eleganza discreta e qualità.
11) Food & Wine, con eventi collaterali o anche semplici gift bag per la stampa internazionale con eccellenze enogastronomiche italiane.
12) Turismo. Associare il successo di Sinner alla bellezza delle valli del suo (Alto Adige) o all’Italia in generale come meta di qualità, sport e benessere.
13) Tecnologia & Innovazione. Sinner è frutto anche di approcci innovativi alla preparazione. Opportunità per parlare dell’Italia della ricerca e dell’high-tech applicato.
14) Associazione dell’Italia a un’icona italiana di eccellenza. Sinner come ambasciatore.
Le istituzioni avrebbero potuto posizionarsi come “sponsor istituzionale” della sua ascesa, rafforzando il legame simbolico tra il campione e la sua nazione agli occhi del mondo, come nazione che compie sforzi per consentire agli italiani e alle imprese italiane di crescere ed eccellere nel mondo.
Senza supporto, il legame appare debole.
15) Narrativa di successo condiviso. La presenza di istituzioni in questi casi costruisce la storia di un’Italia che crede, investe e celebra i suoi talenti, facilitando la loro affermazione globale. Non solo nello sport, ma anche nelle imprese.
16) Segnale forte ai giovani italiani che non è arrivato. Anzi è arrivata l’evidenza del fatto che lo Stato non riconosce, non appoggia e non celebra chi si impegna e raggiunge l’eccellenza, anche fuori dai percorsi tradizionali.
Meglio impegnarsi e produrre lavoro altrove. Magari in Spagna, visto che…
17) Opportunità di coinvolgimento emotivo nazionale, rafforzando l’orgoglio di appartenenza alla nazione in modo positivo e contemporaneo.
18) Stile. Dimostrare che l’Italia sa essere presente con stile, discrezione e autorevolezza in contesti internazionali d’élite, superando l’immagine di nazione provinciale. Beh, peccato, sarà per la prossima volta.
19) Contrastare efficacemente l’immagine di distanza tra politica e vita quotidiana con un gesto di alto profilo simbolico.
DANNI COLLATERALI E RIFLESSIONI
1) L’assenza delle istituzioni italiane e la presenza di quelle spagnole, lede l’immagine dell’Italia all’estero, poiché percepita come nazione disinteressata a promuovere le sue eccellenze.
Inoltre, Wimbledon è anche un networking d’élite. Assenza = assenza di opportunità.
2) Segnale imbarazzante a chi vuole intraprendere in Italia. L’indifferenza verso un evento di rilevanza culturale e sociale globale, con un’eccellenza italiana in campo significa minore attrattività per talenti e investitori che cercano ecosistemi in cui le istituzioni siano di supporto.
3) Fallimento della Comunicazione istituzionale. Anche se motivata, l’assenza andava gestita con un messaggio proattivo, forte e compensativo (video ufficiale del Presidente, impegno solenne a seguire, presenza simbolica massima di ambasciata/consolato, celebrazione pubblica immediata a vittoria).
Anche se è difficile credere che nemmeno un usciere del CONI potesse arrivare da Roma.