IL PAPA SFASCIA LA FAKE NEWS DEL RIARMO.

“LA PACE? NON SI COSTRUISCE CON LA GUERRA”. L’ANALISI IMPIETOSA DI LEONE XIV SULLA FOLLIA BELLICISTA EUROPEA

di Pasquale Di Matteo

QUANDO IL BUONSENSO SBANCA LA PROPAGANDA

Mentre i leader europei si affannano a firmare contratti da miliardi per carri armati e droni, Papa Leone XIV ha sparato un j’accuse che, se fossimo ancora nell’era del giornalismo dell’informazione – e non in quello della propaganda – dovrebbe far tremare i palazzi del potere.

Il discorso del Papa è un caso studio sulla decostruzione della narrazione tossica.

Il Pontefice non ha usato mezzi termini: il riarmo è una “vana illusione” alimentata da fake news, e chi lo promuove tradisce l’umanità. Ecco perché dovremmo studiarlo come un manuale di sopravvivenza civile.

1. IL RIARMO? UNA FABBRICA DI FAKE NEWS

Il Papa ha inchiodato la verità alla croce dell’ignoranza: l’aumento delle spese militari è figlio di una propaganda cinica, costruita per vendere morte come fosse un detersivo.

“False propagande”, le chiama. Sociologicamente, è un capolavoro di fabbrica del consenso: crei nemici inesistenti, spargi notizie tossiche e voilà, i popoli abboccano.

Intanto, i “mercanti di morte” – citazione testuale – si riempiono le tasche.

Mentre i nostri governanti parlano di “sicurezza”, Leone XIV ricorda che la gente muore per colpa di queste menzogne.

E i giornali mainstream?

Distratti a contare i dividendi degli azionisti della Difesa, a contare le sparate di Trump, che non sono segni di squilibrio – purtroppo, – ma il cinico capolavoro mediatico di quel guru della Comunicazione professionale che è Steven Cheung, non a caso soprannominato “Bestia Social”.

2. “SI VIS PACEM, PARA BELLUM”? UNA BALLA STORICA

“Se vuoi la pace, prepara la guerra”.

Massima latina amata da generali in cerca di gloria. – Peccato, però, che i Romani non avessero a che fare con missili ipersonici e bombe atomiche.

Il Papa, con la pacatezza di un bisturi, la sbriciola: “Come si può credere, dopo secoli di storia, che le azioni belliche portino la pace?”

Domanda retorica che suona come uno schiaffo ai salotti buoni di Bruxelles.

Perché la deterrenza? Un mito che produce solo odio e vendetta, spiega.

E i dati sociologici gli danno ragione: dal Vietnam all’Afghanistan, nessuna guerra ha mai costruito stabilità e laddove i marines hanno posato i loro scarponi, il mondo è diventato più instabile, fino alla polveriera pronta a scoppiare che è oggi.

Ma i nostri leader sono sordi, fanno finta di nulla e vanno avanti a ordinare nuovi F-35.

3. LA LEGGE DEL PIÙ FORTE: REGRESSIONE ETICA DA BAR

Leone XIV definisce “vergognosa” e “indegna dell’uomo” la logica del più forte che sostituisce il diritto internazionale. Tradotto: se hai i missili e controlli lo spazio aereo di paesi sovrani adiacenti, puoi fare il bullo.

È la sociopatia elevata a dottrina di Stato.

Pensateci:

nel 2025, dopo la pandemia e la pantomima sul green, l’Europa sceglie l’inquinamento delle armi, la guerra, che provoca anche carestie ed epidemie, nonché la legge della giungla.

Il Papa quasi singhiozza: “Sostituiamo ospedali con cannoni?!”

Beh, sì, qualcuno li bombarda deliberatamente gli ospedali.

E i responsabili delle nazioni? Beh, se la guerra è un business, perché stupirsi se quelli che hanno il poster in camera di Draghi & Co. firmano accordi con la Lockheed Martin?

Perché scandalizzarsi se gli attuali leader europei, vicini al mondo delle banche e delle multinazionali delle armi tifano così tanto per la guerra?

4. LE CONSEGUENZE DEL RIARMO: RUBARE AI POVERI PER DARE AI SUPER RICCHI

Numeri alla mano, il Pontefice sferra il colpo più duro: gli armamenti sottraggono risorse a scuole e ospedali. Mentre un bambino in Africa muore di fame, noi compriamo sottomarini nucleari.

Ironia della sorte: quelle stesse bombe distruggeranno quei pochi ospedali che ancora finanzieremo. E anche quelli privati.

Sociologicamente, è un tradimento: “La corsa agli armamenti tradisce i desideri di pace dei popoli”.

Ma i governi? Fingono di non sentire. Preferiscono ascoltare i lobbisti delle armi, che pagano bene e finanziano le loro campagne elettorali.

5. COMPITI A CASA PER I SERVI

“Valutate le cause vere dei conflitti!”, urla il Papa.

Perché le guerre nascono da narrazioni emotive fabbricate ad arte: il nemico cattivo, la minaccia incombente, l’emergenza sicurezza.

Vi suona familiare?

È la stessa retorica usata per l’Iraq nel 2003.

E abbiamo anche la medesima fake news fabbricata per giustificare l’emergenza. Allora erano le armi chimiche, oggi è la bomba atomica.

Leone XIV invita a “rigettare le cause spurie”, cioè le bugie confezionate per giustificare il massacro.

Ai comunicatori dico: studiate questo punto perché è lì che i potenti fabbricano il consenso.

Peccato che a Palazzo Chigi preferiscano i comunicati stampa della NATO alle parole del Papa.

6. LA GUERRA AMPLIFICA I PROBLEMI? GRAZIE AL CXXXO, DICE TRA LE RIGHE IL SANTO PADRE

“Ogni conflitto è una voragine irreparabile”.

Il Papa lo dice con la pazienza di chi deve spiegare l’ovvio a deficienti: la guerra non risolve un bel nulla.

Crei solo ferite che durano generazioni.

La Libia, oggi è un inferno di milizie. L’Ucraina, è ridotta a un campo minato.

Ma i nostri leader continuano a inviare armi, convinti che la prossima sia quella buona. Come se versare benzina sul fuoco spegnesse l’incendio.

Sono sciagurati che la storia ricorderà per la loro scelleratezza.

7. L’APPELLO FINALE: FATE LA PACE, NON I MERCENARI

Il finale è un pugno nello stomaco – almeno per chi ha ancora uno stomaco e un’anima: “La diplomazia faccia tacere le armi!”.

Un invito alla responsabilità morale che suona come un’accusa a chi ha preferito accantonare la diplomazia e indossare l’elmetto per partecipare al banchetto dei miliardi di finanziamenti per le armi.

Mentre l’Europa si trasforma in un arsenale, il Papa chiede opere di pace.

Non statue di generali, ma scuole.

Non basi militari, ma ospedali.

Il suo è un monito potente: la violenza è un fallimento comunicativo. Se non sai risolvere un conflitto con le parole, sei un incapace. Punto.

In pratica, il Papa sta esortando i leader europei a dimettersi, per lasciare spazio a qualcuno che sia capace.

IL PAPA CONTRO I PAGLIACCI DEL RIARMO. CHI VINCE?

Leone XIV ha fatto più in un discorso che tanti politici messi insieme in 50 anni: ha smontato la fake news bellicista, denunciato i profittatori di morte, e ricordato che la pace si costruisce con la diplomazia e la giustizia, non con i missili.

Ma per avere giustizia e diplomazia, devi avere l’onesta intellettuale di ascoltare le ragioni dell’altro e di scendere a patti, rinunciando a sogni di allargamento a Est, maggior vendita di gas, accaparramento di materie prime a buon mercato, costruzioni di imperi in Medio Oriente…

I leader europei continuano a recitare la farsa del “riarmo difensivo”.

Ma il pubblico inizia a fischiare. Perché, come diceva Brecht, “il ventre che produce mostri è ancora fecondo”.

Tuttavia, il Papa gli ha appena dato un calcio.

Beh, se credi più alle tesi del Papa che ai signori della guerra, condividi questo articolo sui social.

Pubblicato da Dott. Pasquale Di Matteo, Analista di Geopolitica | Critico d'arte internazionale | Vicedirettore di Tamago-Zine

Professionista multidisciplinare con background in critica d’arte, e comunicazione interculturale, geopolitica e relazioni internazionali, organizzazione e gestione di team multiculturali. Giornalista freelance, scrittore, esperto di Politiche Internazionali ed Economia, Comunicazione e Critica d’arte. Laureato in Scienze della Comunicazione, con un Master in Politiche internazionali ed Economia, rappresenta in Italia la società culturale giapponese Reijinsha.Co.

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