«La mia religione è la creatività. Il mio Dio si chiama amore.»
È così che l’artista del vetro Massimiliano Caldarone identifica il suo percorso nel mondo che trasforma un materiale inerte in opere liquide.
La trasformazione avviene poi quando il processo creativo legge l’introspezione dell’uomo e la meditazione libera la mente per creare nuove situazioni spesso emblematiche dell’animo umano.
È un confronto perenne con la vita vissuta e con gli elementi della natura come l’acqua, il fuoco, l’aria, dove tutto si unisce alla ricerca di un equilibrio dettato dall’anima e dal contrasto delle condizioni di precarietà della vita.
Lavorare il vetro è una forma esistenziale di meditazione, con uno sguardo rivolto al presente dove odio e disinteresse sembrano dominare il mondo e la parola dominante sembra essere “violenza”.
Quella degli scontri quotidiani, dell’invadenza dei Giga, quella delle paure, degli estremi dell’animo umano.

Caldarone la contrasta inserendo la natura come fonte di ispirazione.
D’altra parte Venezia, città dove lavora, non può che essere di aiuto con le sue false realtà e il suo immaginario che poi diventa reale e ricchissimo di storia quando te ne appropri.
MASSIMILIANO CALDARONE, UNA VITA, UNA SCOMMESSA, UNA VISIONE ARTISTICA
Per essere indipendente come artista, devi ragionare e tenerti distante dalle facili lusinghe. Ma arrivare fin qui per Caldarone non è stato facile; c’è voluto del tempo per maturare una decisione così drastica.
Abbandonando gli ozi delle Canarie e ritornando a Venezia, dopo infelici esperienze professionali che non lo avevano aiutato ad apprendere la difficile arte vetraria, decide di ritornare e nel maggio del 2013 se ne innamora.
Il vetro è come una bellissima favola. Il vetro è come la vita: duro e plasmabile, colorato e ammaliante, morbido. Ma non ti concede distrazioni.

Lavorare a 900° ti costringe ad essere sempre estremamente attento. È la tua forma di meditazione. Il fuoco e l’acqua, l’eterno dilemma esistenziale che distrugge e ricrea, e ti costringe a restare nel gioco delle parti per vincere la sfida.
Ed è come nella vita: devi essere assolutamente concentrato per non farti travolgere; devi sapere dove stai andando.
O, almeno, devi immaginare quale potrebbe essere il tuo punto di approdo.
Poi è bello lasciarsi andare. In questo senso Venezia è magica e ti regala ispirazioni e letture inimmaginabili.
Basta alzare gli occhi e guardare gli scorci o il cielo che fa capolino tra i campanili delle mille chiese.
Con il vetro puoi immaginare tutte le forme e i racconti che vuoi e la tua capacità di appropriarti degli elementi che tu senti, sono nelle tue mani e negli elementi che maneggi con maestria senza nessuna indulgenza alla retorica.
MAESTRO DEL VETRO, MAESTRO DI UNO STILE DI VITA
Uno dei grandi vantaggi che il maestro ha è quello di incontrare nella sua bottega un pubblico multietnico, molti linguistico, multiculturale, ognuno con le proprie passioni e la maniera di vedere quello che stai creando immaginandosi un proprio percorso di lettura.
Il Maestro ha in mente le sue creazioni e si ispira con toccate rapide di bacchette che partecipano alle dimostrazioni davanti al pubblico per farti capire che non sei di fronte ad uno che produce Swarovski, ma sogni impalpabili realizzati con il vortice delle mani e i racconti della mente.

Caldarone incanta perché regala racconti che bisogna saper leggere.
Magari non subito, ma il vetro plasmato ti dà il tempo per lasciarti raccontare la sua favola con la sua tridimensionalità.
Le sue opere ti danno questa opportunità: pensare che siano vive, immaginare che partecipino al tuo essere e che ti accompagnino nella tua vita per ricordare la tua capacità di inventare e di realizzare i tuoi sogni. Se nelle opere di Calderone riesci a leggerci l’anima del Maestro, sei arrivato al contatto con la verità.
